IL SIGNIFICATO DELLA CANZONE DI BLANCO ” NOSTALGIA “

Nostalgia – Casa della comodità e della paura

IL SIGNIFICATO DELLA NUOVA CANZONE DI BLANCO

a cura della Dott.ssa Eleonora Damiani (Psicologa e Psicoterapeuta familiare)

Se nel 2010 J-Ax e Neffa cantavano “Fare a meno di te“, oggi Blanco ci racconta sempre attraverso la musica questo stesso tratto della dipendenza affettiva.

In qualche articolo precedente ho preso in considerazione alcuni brani che raccontavano delle sfumature della dipendenza all’interno del rapporto di coppia. Questa volta attraverso la recentissima “Nostalgia” di Blanco abbiamo l’opportunità di analizzare una delle tante sfumature della dipendenza affettiva, ovvero quella che proprio come nel brano dei Due di Picche ci fa dire:

Ti ho detto che non posso stare senza di te, che manderei tutto affanculo senza di te.

Ogni relazione di coppia passa una fase fusionale dove viene sperimentato quello che Platone raccontava come il mito dell’Ermafrodito o delle due metà, ovvero un essere con caratteristiche tanto di uomo quanto di donna che Zeus per invidia aveva diviso e le cui due parti avrebbero passato tutta la vita a cercarsi fino a credere di essersi ritrovate. Convinti di aver trovato la metà mancante della mela spesso ci facciamo sedurre dal fascino della fusionalità, fino a rimanerne impantanati e a non trovare più i nostri arti, ovvero parti di noi. Se nel racconto mitologico di Platone era Zeus a sciogliere questa fusionalità, nella realtà questa azione viene portata avanti da una consapevolezza di sè stessi, che ci permette di riconoscere i nostri arti all’interno dell’amalgama e di iniziare a muoverli per uscirne.

Questo processo comporta spesso un distacco reale dall’altro, dove ci rendiamo conto di non volere più appartenere a quella coppia, perchè gli spigoli delle nostre ossa non sono compatibili con quelli dell’altro.

IL RACCONTO DELL’AMORE PER BLANCO

Per le scopate che abbiam fatto senza più provare amore. Tutto quello che ci siam detti senza più provare amore. E arrivare a litigare fino a stare male. Blanco ci racconta di un amore dove tutto è rimasto meno che l’amore inteso come il sentimento che ci ha fatto scegliere di stare insieme. Eppure nonostante l’assenza di quel tipo di amore, resta un tipo di affetto protettivo. Ti vorrei curare ogni ferita che ti sanguina, a costo di rischiare  di cadere in una trappola.

La fusionalità che diventa dipendenza resta agganciata con un filo grazie alla convinzione di non poter stare senza l’altro, di non poterne fare a meno. Senza di te ho nostalgia. Perchè sei come casa mia. “Casa” è questa la parola che mantiene quel ponte invisibile e sospeso, ovvero la sensazione di calda e morbida comodità che ci rende difficile andare alla ricerca di terre inesplorate.

LA PAURA DI PERDERE QUALCOSA

E me ne andrei ma non potrei scordarti. Si aggancia alla parola “casa” anche paura di perdere per sempre quello che c’era, che qualcun altro magari lo ottenga al nostro posto, non vedendo che ci sono vuoti immensi. Vuoti da colmare. Vuoi colmarli col sesso. Vuoi farlo adesso.

E forse la chiave per sganciarsi da quella fusionalità e da quella dipendenza ed uscire dal pantano è rimanerci a poco a poco col vuoto. Un pezzetto per volta di incontro con quel vuoto ci permette di incontrare la temuta nostalgia e così anche alcune delle parti di noi immerse nel pantano, per evitare di arrivare fino a non sentire più me stesso, fino all’eccesso.

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